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Feb
2014
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Abuso della credulità popolare. Fate girare

La vicenda del falso tweet di Laura Boldrini mi ha fatto scoprire il programma, online, che i burloni in questione hanno utilizzato. L’ho aperto e mi ci sono messo a giocare. Si tratta di un giocattolino diabolico (il link non ve lo dico, ma penso che ve lo troviate facilmente da soli, e in ogni caso state in campana perché trattasi di un oggetto da maneggiare con estrema cura).

Chi pensa che per produrre un tweet falso (e attenzione, qui non si tratta di un profilo fake, ma proprio di una copia conforme di un tweet da un profilo vero) servano abilità di hacker o da grafico rafinatissimo sbaglia di grosso. In trenta secondi e con tre passaggi si possono creare prodotti come questo

Sembra un giochino innocente vero?
Pubblicandolo sul mio profilo facebook penso di aver fatto sorridere qualche amico. L’ho gestita in maniera innocua: per non cadere in tentazione ho scelto il profilo di un personaggio pubblico del quale ho la massima stima e ammirazione. Gli ho fatto dire una roba talmente strampalata, in un inglese maccheronico, su un argomento così marginale (come la presunta passione del presidente per la cucina toscana…) che suppongo e spero che nessuno fra i miei contatti sani di mente possa aver pensato neanche per un momento che non si trattasse di un falso. L’ho fatto, insomma, con delicatezza: uno scherzo del quale – ho pensato prima di pubblicarlo – avrebbe potuto sorridere anche il diretto interessato, semmai lo avesse visto.
E però c’è una riflessione sottesa, che non sono l’unico ad aver fatto visto che c’è chi me l’ha fatto notare. Con questo programmino facilissimo da usare io avrei potuto far dire qualsiasi cosa a chiunque. Avrei cioè potuto postare sulla rete un falso tweet dove un personaggio pubblico (o il profilo di un mezzo di informazione) poteva lanciare qualsiasi tipo di notizia o qualsiasi tipo di messaggio. Se lo avessi fatto ad arte (siccome un po’ conosco le dinamiche della comunicazione e dell’informazione) avrei potuto ottenere migliaia di condivisioni e far scoppiare un casino mediatico, semplicemente scrivendo: ecco cosa ha detto il presidente X, il ministro Y, il personaggio Z. Oppure ecco cosa scrive il giornale X, l’agenzia Y o il sito Z.
Allora ho deciso di spingere un pochino oltre il mio diabolico esperimento socio-comunicativo. Siccome la mia etica mi impone di non diffondere notizie false e, meno che mai, diffamare la gente così per passatempo, mi sono autofakato. Ho cioè semplicemente “craccato” il mio profilo twitter facendo dire a me stesso una cosa orribile, che non penserei e non direi mai
Devo dire che ci sono cascati in pochi, ovviamente. Ma il tema rimane: se nella vita reale (ivi compresi giornali e tv) abbiamo un senso critico molto più sviluppato nel prendere per vere le cose che leggiamo, vediamo ed ascoltiamo, sul web siamo tutti molto più propensi a prendere per vere cose che arrivano da chissà dove.
In conclusione, ancora un volta, occhio a quello che gira. Soprattutto a quelle cose dove ci sono scritte cose come “fate girare”, “incredibile”, “guardate cosa è successo”, “condividi prima che lo censurino”.
Bisogna fidarsi solo di chi si conosce, leggere criticamente quello che si vede, resistere alla dannata tentazione del condividi a tutti i costi. 
Questi falsi tweet sono ancora più pericolosi dei link stupidi che popolano facebook, perché danno una maggiore impressione di autenticità. E possono causare danni, gravissimi danni. 
E’ una battaglia di civiltà. La perderò, ma andava fatta.
Fate girare.
E se non fosse abbastanza chiaro FORZA VIOLA!
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