9
Giu
2014
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Alcune cose che Livorno dovrebbe insegnare al Pd

Il risultato di Livorno, dove il centrosinistra per la prima volta ha perso il Comune, insegna alcune cose al Pd, reduce dal trionfo elettorale di appena due settimane fa.

Nella politica bipolare si può vincere e perdere ovunque e comunque. Certo, ci sono luoghi dove le tradizioni, il radicamento, l’impostazione complessiva, dove vincere o perdere è un po’ più facile che altrove. Ma perdere Livorno e vincere in zone considerate tradizionalmente di centrodestra, significa che ogni vittoria va conquistata.

A Livorno il Pd è stato autoreferenziale e ottuso. Ha presentato un candidato sbagliato, uscito da una serie di vicende che hanno dato una pessima immagine del Pd, e che dopo essere stato candidato sindaco ha provato immediatamente a prendere le distanze dal sindaco uscente, come se non avesse fatto il segretario del partito e il capogruppo in Regione. Ha rifiutato il dialogo con altri pezzi di centrosinistra e ha spianato la strada al Movimento.

Tutto questo significa soprattutto una cosa: quando il Pd fa il Pd, e cioé incarna (o comunque riesce a trasmettere, che in campagna elettorale sono praticamente la stessa cosa) un messaggio di progresso (vorrei dire di sinistra, ma ultimamente è diventata una parola troppo equivocabile) vince.

Quando rappresenta la conservazione perde.

Lo dimostrano i risultati nazionali degli ultimi anni e lo dimostrano anche quelli dei singoli comuni: Livorno è solo l’ultima dimostrazione.

Si può provare ad applicare questo semplice schema ad ogni elezione, nazionale e locale degli ultimi anni e ci si renderà conto che è (quasi) sempre vero.

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