23
Mar
2015
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Tre mesi di vacanza sono troppi? Sì, in teoria

Il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha detto che tenere i ragazzi tre mesi senza fare niente durante le vacanze estive non è una buona cosa. Al netto delle solite polemiche strumentali che si sono scatenate su questa osservazione, in linea teorica secondo me ha ragione. Ad un adolescente (lasciamo perdere i bambini, diciamo dal primo anno di superiori in avanti), stare tre mesi senza fare un tubo non fa bene.

Un mese di vacanza va bene, un mese e mezzo, ma non c’è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Una discussione che va affrontata. Non si distruggerebbe un ragazzino se invece di stare a spasso per le strade della città va a fare quattro ore di lavoro. (Giuliano Poletti, ministro del lavoro) 


Per impegnare in maniera attiva le vacanze ci sono un sacco di modi: lavorare è uno di questi (sempre che lo si faccia rispettando la legge e senza sfruttare il lavoro minorile)
Ma ci sono anche esperienze come i campi di volontariato o periodi di studio all’estero che, a quell’età, sono altrettanto, se non di più, formativi di un periodo passato a scuola. Il problema però riguarda, principalmente, la situazione sociale, culturale ed economica delle famiglie.

Ci sono famiglie che non conoscono queste opportunità, altre che lo sanno, ma non possono permettersi di far trascorrere al proprio figlio un periodo di studio-lavoro-formazione lontano da casa.

Un ministro, che rappresenta un governo, fa bene a dire queste cose. 

Ma farebbe ancora meglio se trovasse i soldi per permettere anche a quei ragazzi che non se lo possono permettere di trascorrere un mese delle loro vacanze in un’attività formativa. Sarebbe un ottimo investimento sul futuro di questo paese.


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