7
Apr
2015
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Dare quattrini alla politica è una cosa disonesta?

Pochi argomenti sono scivolosi come i soldi che finanziano la politica.

Pochi argomenti sono trattati con altrettanta ipocrisia.

Lo dimostra la recente vicenda dei finanziamenti che la Cpl Concordia (i cui ex dirigenti sono stati coinvolti in un’inchiesta di tangenti) alle campagne elettorali di alcuni politici. Come se finanziare la politica fosse una cosa disonesta.

Da qualche tempo a questa parte è passato, in Italia, l’assunto, estraneo alla cultura europea, che i soldi pubblici non devono finanziare i partiti.

Ma se i soldi pubblici non devono finanziare la politica, la politica si farà inevitabilmente finanziare dai soldi privati. Perché fare politica, soprattutto fare campagna elettorale, costa.

Il fundraising trasparente è un’arte sconosciuta alla politica italiana, un po’ perché non c’è abituata, un po’ perché anni di finanziamento pubblico di dimensioni irragionevoli lo ha reso un argomento tabù, un po’ perché in un recente passato il finanziamento privato alla politica avveniva esclusivamente attraverso le tangenti.

C’è chi grida allo scandalo perché un candidato sindaco ha preso 20mila euro, quattro anni fa, da un’azienda finita oggi sotto inchiesta. Dentro il suo partito, il Pd, c’è perfino chi gli ha chiesto di restituire questi soldi, dando per scontato che avessero come secondo fine un accordo inconfessabile.

Il finanziamento privato alla politica è un tema da maneggiare con estrema cautela: chi paga chi? per cosa? cosa si aspetta in cambio?

Per evitare comportamenti scorretti c’è un unico antidoto: la trasparenza.

Nessuno si dovrebbe scandalizzare (anzi i fautori del no al finanziamento pubblico dovrebbero esserne felici) se un’azienda finanzia un candidato, se un politico trova persone disposte a pagare mille euro per una cena, se le lobby danno soldi ai partiti.

Ci si dovrebbe scandalizzare, semmai, quando queste cose vengono fatte in segreto. Ogni euro che un privato dà alla politica deve essere pubblico, perché finanziare la politica non è una cosa disonesta.

Finanziare la politica per ottenere in cambio favori con i soldi dello stato, invece, è disonesto.

Ma è stupido (o ipocrita) pensare che un’azienda finanzi un politico in modo completamente disinteressato e che quel politico sia insensibile verso chi gli finanzia le campagne elettorali. E passare da atteggiamenti di completa opacità a isterismi giustizialisti come fa il Pd non aiuta a creare, su questo tema, un rapporto equilibrato con l’opinione pubblica.

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